lidoteca
con:
Alessandro Garzanti
Martina Nicoletti
Giacomo Tomidei
Inserire una biblioteca, con il fine che diventi una piazza coperta per un luogo di rinnovato riconoscimento sociale, all’interno di una città densamente costruita, è un tema progettuale che presuppone un’interpretazione della città fortemente volta ad una rigenerazione significativa di questo luogo e del suo contesto; una rigenerazione non limitata al cambio di uso di Palazzo del Turismo ma ad una rigenerazione, intesa come nuovo modo di vivere e condividere la città. A questo si somma la complessità peculiare della città balneare, che lega la variazione della popolazione residente alla stagionalità, e che dunque presuppone la capacità adattiva che il progetto di architettura di uno spazio pubblico deve assumere da queste condizioni. La scelta progettuale fondante costituita dall’inserimento di una struttura prospiciente l’angolo dell’edificio è il tramite di riconnessione urbana, è un’architettura media tra la città e la biblioteca; simbolicamente si tratta di una protensione necessaria per significare il reinserimento di un vecchio edificio, posto in un’area derivante da una lottizzazione incongrua, in un contesto di rigenerazione territoriale e di re-inserimento urbano, laddove si è ritenuto che il semplice cambio di destinazione d’uso sarebbe risultato limitato.
Questa struttura assume un carattere architettonico “semidenso”, cioè non si tratta di un edificio chiuso, men che meno di un ampliamento dell’edificio esistente, ma di un’apposizione urbana che, compiendo la viabilità pedonale alla quota della piazza coperta della biblioteca, figura un organismo che supporta un percorso urbano spontaneo ed eleva alla quota alta della “nuova piazza” l’intersezione degli assi di via Panzini e via Leonardo.
La struttura è composta da più piani rettangolari con diverse proporzioni tra loro, che lungo il percorso ascendente permette funzionalità differenti, divenendo luoghi per la sosta, per la lettura, per il ristoro.
Il tema della trasposizione dell’ambiente marittimo in una biblioteca si compie infine attraverso il compimento di via Leonardo come parco lineare di connessione tra il litorale e la biblioteca, dove il trattamento del suolo alla quota della città con superfici sabbiose, erbose e di acqua, estendono idealmente lo spazio della biblioteca con quello della marina; un secondo aspetto è relativo alla modalità di fruizione della biblioteca che può avvenire in modo graduale e disincantato, distratto o determinato, consentendo una distribuzione di spazi all’aperto, coperti, al chiuso, rumorosi, di lieve brusio, silenti etc. Dunque una “città sfumata”, simboleggiata da una architettura a piani orizzontali, sorretti da una moltitudine di pilastri sottili, incerti e puntiformi, per un ambiente urbano che ricerca continuità tra mare, spiaggia, biblioteca e rigenera la città, così è la Lidoteca di Bellaria!